giovedì 24 dicembre 2015

Lirica d'amore

È della carezza di Dio che abbiamo bisogno e la vera solitudine è non sentire più il calore di questa carezza


Sono arrivata al Santo Natale senza batter ciglio, avvilita, schiantata dai rumori di questa città. Io amo la musica ma il rumore spegne l'armonia, e a lungo andare non ho suonato più: mi sembrava, con la dolcezza del canto, di... mancare di rispetto al frastuono perché tutti, bar compresi, dove da sempre il poeta vorrebbe appoggiarsi per scrivere, non offrono che fragore. Assordante, tanto da coprire le urla silenziose dei derelitti quaggiù inascoltate. 
«Lasciamoci contagiare dal silenzio», ci ha chiesto il Papa all'Angelus, e al poeta torna in mente il silenzio con cui se n'è andato Papa Wojtyla, la sua muta benedizione pasquale. Ci manca, in questo primo Natale: è stato un martire della Chiesa ed ora è un lutto del cuore.

Le assenze, in questo giorno, si fanno sentire più acute del solito, a ognuno le sue: a me manca il mio mondo, gli uomini come Vanni, alla cui scuderia pure io appartenevo. Dai caffè letterari di un tempo ci ha lanciati verso il Nobel, ma io nella corsa mi sono fermata a riflettere... Sapeva come la pensavo e, se vincevo i premi migliori, soleva anticiparmeli al mattino presto dicendo «le devo dare un grosso dolore, Alda, ha vinto di nuovo». Sì, sapeva che amavo il silenzio e non voleva disturbare il mio pensiero: scorribande e lusso lasciano più soli di prima, è della carezza di Dio che abbiamo bisogno e la vera solitudine è non sentire più il calore di questa carezza. 

Natale. Ma non potrò riempirmi le tasche coi mandarini e qualche pezzo di carbone, come facevo quando ero bambina: sono partiti tutti. Mi rimane però Gesù Bambino, che spero di andare a trovare questa notte nella bella chiesa che ho di fronte a casa. Sentirlo nascere e crescere in 
quella Notte è stato sempre il sogno della mia vita, vederlo avvicinarsi a noi e quasi entrare nel nostro grembo. Questa è la notte in cui Maria fiorisce, diventa un albero stupendo con ai piedi un bambino che assomiglia un po' a tutti. Gesù rinasce, si fermassero dunque le automobili in corsa e le false godurie di questo nostro paese, per guardare in faccia la Verità e aspettare questo momento solenne! Ma lo faranno? 

Nella ricca Italia c'è un'Africa tutta italiana, un deserto che è bisogno d'Amore. Gesù s'è accontentato di quello ma noi vogliamo sempre di più... e in giorni come questo parliamo di "vacanze": niente di più stonato. Abbiamo perso la sacralità del silenzio, il culto della riflessione, il senso dell'attesa, ma Gesù ci invita a ritornare poveri almeno dentro di noi, e non gonfi di straordinarie ricchezze che in effetti non possediamo. Così le mie vacanze le passerò nella mia casa, nella mia grotta di Betlemme, sola in una Ripa deserta, ma non emarginata, regina di un mondo che si spegne, regina di un regno che non c'è più, perché ho visto tante cose mutare nel corso della mia lunga vita. 

L'unica ricchezza forse è il nostro pensiero, un grande cocchiere che guida il nostro carro, a volte un po' traballante, al traguardo del Paradiso. Speriamo di entrarvi gloriosi, pieni di quella sapienza infusa che sulla terra non impareremo mai perché, saccenti, abbiamo perso l'umiltà dei piccoli. Eppure Dio stesso ha scelto di farsi Bambino, piccolo grande messia, e anche la madre, nel Bambino, impara a balbettare la parola Amore. 

Natale, mistero d'obbedienza e sottomissione. Maria sapeva che accogliendo quel figlio accoglieva il martirio, ma non fece domande e disse sì al miracolo incomprensibile. Anche Giuseppe chinò il capo senza parlare, in un silenzio che custodisce la Parola. Gesù, figlio di un falegname, sceglierà ; di morire sul legno di una croce. In questi giorni vedo rappresentato il mio "Poema della Croce", parole cantate per vincere il frastuono: vorrei tanto che la mia preghiera arrivasse lassù e desse voce ai derelitti. 

Alda Merini

martedì 15 dicembre 2015

Santo Natale



Siamo in prossimità del Santo Natale; mai come quest'anno desidero
veramente che il Signore Gesù rinasca nel mio cuore. Solo cosí
la Sua presenza può trasfigurare la mia vita!
donna Lieta

domenica 6 dicembre 2015

La stagione dell'amore

Qual'è la stagione dell'amore?
  Quando si è ragazzi l'amore riempie la vita con impetuosità, con  passione! Sembra che solo quegli anni siano carichi di amore.
Quando l'età è più matura, l'amore è ancora più avvolgente, più compiuto, più goduto!
I rapporti sono permeati da questo sentimento, per questo per me la stagione dell' amore è la vita stessa!
donna Lieta

giovedì 3 dicembre 2015

Evidenza


L’unica gioia al mondo è cominciare, sempre ad ogni istante”

Cesare Pavese

Perché cominciare , ricominciare, è  segno di umiltà,  abbandono all'evidenza che ogni minuto è donato, 
Questo dà gioia, dall'evidenza si passa all'esperienza.

donna Lieta